Dopo la crisi della sua società Sinclair Research, Clive Sinclair fu costretto a vendere il marchio Sinclair e tutta la relativa divisione degli home computer ad Amstrad. Clive Sinclair non si fermò e fondò una nuova società, la Cambridge Computers Ltd., con la quale continuò lo sviluppo di un progetto che aveva iniziato anni prima in Sinclair Research, quello del computer Pandora. Nacque così lo Z88, un computer portatile compatto, le dimensioni erano quelle di un comune foglio A4, e dal ridotto peso, soli 900 grammi: per questo motivo, lo Z88 era un vero computer “portatile” e non semplicemente “trasportabile” come altri sistemi allora in commercio.
Lo Z88 fu anticipato al Which Computer? Show di febbraio del 1987 e poi mostrato al PCW Show dell’agosto dello stesso anno. La commercializzazione iniziò l’anno seguente come Cambridge Z88.
Il computer riscosse un buon seguito per le sue doti di compattezza e dotazione software, ed ancora oggi sono attive società per la compravendita di Z88 usati che forniscono anche assistenza tecnica e sviluppo di software e di accessori per questo computer.
Lo Z88 era alimentato da 4 normali pile stilo, tipo AA, da 1,5 volt, con alcune ore di autonomia. Usava il processore Zilog Z80 a 3,28 MHz, aveva 128 Kb di ROM e 32 Kb di RAM ed era espandibile con RAM card ad inserimento tramite tre slot.
Il sistema operativo era in ROM, quindi l’accensione era istantanea.
In ROM c’era ancche un set di applicazioni:
– word processor
– foglio di calcolo
– agenda
– calendario (con allarme a tempo per gli appuntamenti)
– orologio
– interprete Basic
– database
– terminale VT-52
– gestione files
– import-export files
aveva una porta seriale/parallela per il collegamento a modem o ad altri computer.
I file del word processor e del foglio di calcolo, ad esempio, erano compatibili con MS Word ed Excel. Scambiarli con un normale PC (ma anche con un Macintosh) era facilissimo. Grazie ad un apposito software, lo Z88 veniva visto dal PC come un normale drive esterno.
Lo Z88 non disponeva di un dispositivo interno di archiviazione dei dati, e questi venivano salvati su una cartuccia Eprom inserita in uno dei tre slot.
Ma in realtà lo Z88 era sempre acceso, e quello che si spengeva era solamente lo schermo. Si poteva spengere anche senza salvare il lavoro, ed all’accensione si trovava il documento sullo schermo esattamente come l’avevamo lasciato. L’unico momento nel quale si dovevano salvare su Eprom i files era quando si doveva sostituire le pile (ma c’era un minuto di tempo per farlo senza danni), se non si aveva l’alimentatore.
Sistema operativo ed applicazioni erano sempre in memoria, e quindi disponibili immediatamente.
Aveva le stesse dimensioni di un libro o di una rivista, e si poteva facilmente trasportare in una borsa per documenti od in una 24 ore.
La tastiera era composta da un unico foglio di gomma, nera, molto morbida, che non avendo fessure fra i tasti rendeva lo Z88 pressochè impermeabile. I tasti erano morbidi e scrivere, una volta presa la mano, era molto veloce e piacevole, nonchè assolutamente senza rumore.
Lo schermo era un LCD con 8 righe di testo, ma abbastanza visibile in ogni condizione di luce.
La grande autonomia, l’uso di pile standard, le dimensioni, la facilità d’uso, la velocità di accensione e di spengimento, ne facevano una macchina eccezionale.
Si poteva usare in treno, in sala d’aspetto del dentista, ma anche in autobus o all’università od in una biblioteca senza problemi, senza perdite di tempo e senza disturbare nessuno. Perfino sulla spiaggia, dato che la tastiera non faceva entrare nemmeno un granello di sabbia.
Fonti: Wikipedia, guidesupereva.it
Qui sotto, alcune foto dell’esemplare in mio possesso con relativa RAM Card da 128 Kb